Difficilmente si può venire smentiti se si
afferma che Palladio sia stato il più importante architetto che il mondo
occidentale abbia mai prodotto.
Vi sono centinaia di migliaia di abitazioni, di edifici pubblici e di chiese
dalla facciata simmetrica, con semicolonne sormontate da un frontone, che
derivano dai progetti di Andrea Palladio. Fra tutti gli architetti egli è
stato il più largamente imitato, come anche è evidente la sua influenza
sullo sviluppo dell’architettura inglese ed americana.
Il suo stile rappresenta la perfetta incarnazione della tradizione classica
con palesi riferimenti all'antichità greco-romana, nella quale spicca il
senso d’ordine, di relazione delle parti fra loro e con il tutto che il
Palladio ereditò dalla grande scuola degli architetti italiani, dal
Brunelleschi, al Bramante, a Michelangelo.
Andrea di Pietro della Gondola detto Palladio,
nato a Padova nel 1508 e morto a Vicenza nel 1580, come uomo resta
praticamente sconosciuto. Gli elementi biografici di cui disponiamo sono
decisamente scarni, e non esiste neppure un suo ritratto pienamente
attendibile. Ciò può essere considerato irrilevante, poiché ci ha lasciato
la sua biografia più completa nei suoi disegni e negli edifici da lui
progettati.
Figlio del mugnaio Pietro della Gondola, Andrea si trasferì giovanissimo a
Vicenza nel 1523, dove lavorò per più di dieci anni come scalpellino e
lapicida nell'operosa bottega dei Pedemuro. Risale probabilmente al 1537
l'incontro con il letterato umanista Gian Giorgio Trissino. In un brevissimo
arco di anni si compì non solo la sua formazione ma anche il suo trapasso
dal ruolo di artigiano a quello di architetto con il nome classicheggiante
di Palladio(1), attribuitogli proprio dal Trissino.
Palladio concepì l’architettura come organizzazione degli spazi regolata da
leggi matematiche ed armoniche e progettò le facciate in funzione della
planimetria e delle volumetrie interne.
Benché il suo genio, classico per naturale inclinazione oltre che per
specifica cultura, fosse eccellente in qualsiasi genere architettonico, i
suoi risultati più alti restano le mirabili ville che abbelliscono
l’entroterra veneto ed in particolare la valle del Brenta.
Le ville del periodo giovanile conservano lo
schema tradizionale cinquecentesco della
loggia
centrale e dei bracci laterali prospicienti
mentre quelle progettate
in età matura offrono innovazioni senza precedenti:
pur rifacendosi sotto certi aspetti al tempio
greco, presentano un colonnato ionico che si conclude nel frontone decorato
che ne costituisce la facciata protesa in avanti rispetto al nucleo
centrale, ed una pianta, rigorosamente simmetrica, che si estende ad
abbracciare la natura ed il paesaggio per mezzo di ampi colonnati e di basse
ali laterali, restituendo così all’attualità le tipologie della casa e del
tempio classici.
Villa Capra, "La Rotonda" (1567)
Viene così realizzata un’armonia di
spazi e di volumi che gradatamente si trasmette dai lati verso il centro,
inquadrandosi nell’ambiente senza brusche forzature né interruzioni di ritmo
e producendo un assai gradevole rapporto armonico fra struttura e spazio
esterno.
Per la prima volta nella storia dell’architettura occidentale un artista è
sensibile al rapporto dell’architettura con l’ambiente, anche se la natura
ed il paesaggio sono elementi chiamati a fungere da tramite per
l’esaltazione della compiuta bellezza delle forme create dall’ingegno
dell’uomo.
La
continua carica espressiva e l'ininterrotta volontà di ricerca nell'arte
palladiana, portano a risultati che non rientrano propriamente nel codice
classicista. Chiarezza razionale e forte innovazione rispetto ai modelli del
passato sono condensati nel suo ultimo capolavoro, il Teatro Olimpico di
Vicenza (portato a termine da Vincenzo Scamozzi), dove il vistoso scarto di
ritmo tra prospetto e fianco va ben oltre l'esplicito riferimento
archeologico nei confronti dei temi che avevano affascinato l'architetto fin
dai suoi primi viaggi Romani.
Teatro Olimpico di Vicenza (1580)
(1)
Palladio significa “immagine di Pallade”, soprannome di
Minerva, dea romana della sapienza e delle arti pacifiche.
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