Fino in tempi relativamente recenti, l'uomo
sapeva ben poco del proprio corpo; infatti, solo trecento anni fa si
scoprirono le modalità della circolazione del sangue e solo negli ultimi
cinquant'anni furono finalmente scoperte le funzioni di molti suoi organi.
Gli uomini della preistoria e delle antiche civiltà, che tagliavano a pezzi
gli animali prima di cuocerli ed imbalsamavano i loro morti per prepararli
all'aldilà, sapevano dell'esistenza degli organi maggiori (cervello, fegato,
cuore, polmoni, stomaco, intestini e reni) ma non ne conoscevano le
funzioni.
Gli antichi greci arrivarono al punto di sezionare animali e, di tanto in
tanto, un cadavere umano con la precisa intenzione di imparare qualcosa
sull'anatomia (dal greco anatomé = "dissezione", derivato da anatémno = "io
seziono").
L'anatomia antica raggiunse il suo massimo livello con Claudio Galeno di
Pergamo, medico greco vissuto intorno all'anno 200, che esercitava la sua
professione in Roma. Egli elaborò alcune teorie sulle funzioni del nostro
corpo, teorie che vennero accettate quali verità assolute per i successivi
millecinquecento anni. Le sue nozioni erano però ricche di curiosi errori,
dovuti al fatto che vi erano molti tabù che rendevano gli uomini restii a
sezionare il corpo umano costringendo gli studiosi ad ottenere la maggior
parte delle informazioni lavorando sugli animali.
A
ciò si aggiunse la disapprovazione della Chiesa che fece virtualmente
cessare gli studi anatomici per tutta la durata del Medio Evo. Le poche
ricerche clandestine di quel tempo non diedero possibilità di progresso.
Fu Leonardo da Vinci (1452-1519) ad intraprendere studi abbastanza
sistematici mediante la dissezione di corpi umani, che gli consentirono di
derivare teorie ben più avanzate di quelle elaborate da Galeno, nel campo
della fisiologia.
Ma Leonardo, per quanto fosse un genio nella scienza come nell'arte, aveva
poca influenza sul pensiero scientifico dei suoi tempi e così, forse per un
accorto senso di cautela, egli non pubblicò nulla del suo lavoro
scientifico, che tenne quindi nascosto nei suoi taccuini cifrati.
Spettò alle generazioni successive scoprirne, apprezzarne e pubblicarne i
contenuti.
Leonardo da Vinci: studi anatomici
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