Pillole di Vix

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CHI BEVE BIRRA ... S'INFORMI !

La birra è una bevanda naturale con una storia di circa ottomila anni, che si ottiene per fermentazione alcolica dei mosti zuccherini ottenuti dalla saccarificazione dell'amido di alcuni cereali, operata dalla diastasi (enzima detto anche amilasi, che presiede alla trasformazione dell'amido in maltosio).

Le materie prime più note per la sua preparazione sono: acqua, orzo (talvolta ed in parte sostituito da riso, frumento e mais), luppolo e fermento (insieme di microorganismi che producono gli enzimi necessari allo svolgimento della fermentazione).

Essa è composta da un elevato numero di sostanze, delle quali gran parte è nota: oltre all'alcol (oggi ne esistono in commercio anche diverse qualità analcoliche), contiene carboidrati, proteine, aminoacidi liberi, sali minerali, metalli, vitamine, acidi organici, polifenoli (composti derivati dagli idrocarburi aromatici), antociani (pigmenti di natura glucosidica che hanno la proprietà di variare la loro colorazione in rapporto alla reazione acida, neutra o basica che si verifica nel succo cellulare in cui sono disciolti), alcoli superiori, esteri ed altre sostanze ancora.

Differenti sono i modi per assaporarla.

Spesso le birre speciali sono accompagnate da istruzioni particolari ed anche le tradizioni dei diversi paesi ne possono caratterizzare la presentazione al consumatore, dal modo inglese, a temperatura ambiente, poco gassata e con un minimo spessore di schiuma cremosa, a quello statunitense, che prevede di servirla gelata, molto gassata e con bolle piuttosto grosse.

Resta comunque importante mescere la birra con una corretta procedura per poterne gustare al massimo le caratterisctiche.
  Birra chiara, scura o ambrata ?

Il primo passo consiste nel versare la birra nel bicchiere o nel boccale ad una temperatura di circa +8°C (sia dalla bottiglia che spillata dal fusto mediante l'apposito erogatore) in modo che si formi circa mezzo bicchiere di schiuma, da lasciarsi riposare.

Dopo circa un paio di minuti, la si porta a livello evitando di far debordare la schiuma per non rendere appiccicoso il contenitore.

Una birra servita in modo perfetto presenta il volume della sua parte liquida equivalente a tre quarti del volume del contenitore ed una schiuma compatta e stabile per il giusto tempo della degustazione.

Anche il contenitore da cui viene consumata ha la sua importanza. Ve ne sono a disposizione centinaia e se ne sono usati dei più bizzarri, anche nel passato.

In tempi non molto lontani dai giorni nostri, non esistevano bottiglie idonee, così la birra veniva prelevata dai fusti in cantina con grandi brocche da tre a cinque litri dalle quali veniva poi versata nei contenitori per essere bevuta.

Le antiche popolazioni che ancora non conoscevano il vetro utilizzavano ciotole di argilla, poi di terracotta, infine di ceramica ma bevevano anche da corna di bue oppure dal proprio stivale. Più tardi si sono impiegati boccali di peltro, d'argento e addiritura d'oro, finemente cesellati ed in alcuni casi arricchiti con pietre preziose. Una forma molto usata era quella a campana. Nei paesi del nord si sono poi usati boccali con fondo di vetro che consentiva di controllare le mosse del vicino durante la bevuta, fino all'invenzione scandinava del "bicchiere della gelosìa", a forma di capace anello attraverso il centro del quale, mentre si beveva, poteva essere sorvegliato il comportamento della propria moglie.

Un altro modo per consumare la birra in compagnia era offerto dall'uso di uno stivale di vetro della capienza di due o più litri, che i conviviali si consegnavano l'uno con l'altro osservando un rito particolare: esso prevedeva che il penultimo a bere pagasse lo stivale di birra successivo.

La Yarda, detto anche il "bicchiere della staffa", era un tipico contenitore costituito da una sfera di base e da uno stelo lungo una yarda (0.9144 metri), svasato sull'apertura, studiato per essere porto al cavaliere già montato in sella.

Sia lo stivale che la yarda, ancora attuali, si prestano allo scherzo cosiddetto della "birra alta" (una specie di improvvisa alta marea): si tratta di un'onda di birra che sommerge chi sta bevendo, causata da una o più grosse bolle d'aria che penetrano repentinamente nella base del contenitore.

Oggigiorno, i recipienti dai quali si consuma abitualmente la birra sono i boccali e, sempre più, i bicchieri, di tutte le fogge e misure. La scelta del contenitore è soggetta al gusto del consumatore e molto è spesso legata alle conoscenze ed alla disponibilità del birraio.

Vi sono però delle convenzioni alle quali è divertente attenersi: le Pils (o Pilsner, o Pilsener, tipo di birra più diffuso nel mondo del quale fanno parte tutte le birre chiare, di fermentazione bassa e di abboccato secco, decisamente ma amabilmente luppolate, con gradazione alcolica intorno al 4% in volume) si bevono da un bicchiere snello, spesso a stelo, sottile e leggero; le Alt (birre ambrate della bassa valle del Reno, di fermentazione alta e di gradazione alcolica intorno al 4% in volume) da un bicchiere clindrico; le Bock (birre bavaresi sia chiare che scure, di fermentazione bassa, che secondo la legge tedesca devono avere almeno 16° saccarometrici, corrispondenti a circa 6°-7° alcolici in volume) da coppe massicce; le Weiss (birre di vecchia tradizione bavarese, di fermentazione alta, prodotte con malto d'orzo e di frumento, mediante fermentazione lattica ed alcolica, sia chiare che scure che presentano un sapore leggermente acidulo e con gradazione alcolica da 4° a 6° in volume) da bicchieri alti e svasati; le Stout (birre irlandesi ed inglesi, molto scure, quasi nere e secche) da tulipani a stelo; le Porter (birre tipiche di Londra, scurissime, secche, molto aromatiche e di gradazione sostenuta, compresa fra 6° e 7° gradi alcolici in volume) da pinte tronco-coniche; le Berliner-Weisse (birre di fermentazione alta, leggere, molto chiare, prodotte con malto d'orzo e di frumento, con grado alcolico intorno al 3% in volume) dalla loro inconfondibile coppa.

E' comunque buona norma sciacquare il contenitore con abbondante acqua fresca prima di riempirlo, sia per rimuovere eventuali tracce di sostanze estranee (polvere, detergenti, ecc.) che per raffreddare la superficie del contenitore stesso, preparandolo così a ricevere la gradevole bevanda.


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