Pillole di Vix

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ONDA SU ONDA

Più di cent'anni fa, il capitano Joshua Slocum poté osservare dal ponte dello Spray, il suo piccolo veliero, la potenza degli oceani tempestosi (vedi anche Pillola 004 "I quaranta ruggenti").

Partito da Boston nel 1895, egli effettuò in tre anni la prima circumnavigazione completa in solitario della storia dell'umanità, doppiando i due capi noti per le condizioni di navigazione incessantemente critiche.

Al Capo di Buona Speranza, scrisse sul diario di bordo: "Lo Spray voleva stare a testa in giù e si capovolse tre volte nell'arco di pochi minuti".

Il passaggio più ostico fu quello di Capo Horn: "Calata la sera, in mezzo alla tempesta, si scorgono solo le creste scintillanti e le zanne bianche delle onde".

Anni prima, Charles Darwin a bordo del Beagle, navigando per la stessa rotta, aveva soprannominato quel tratto di mare "la via Lattea" e così ne scrisse: "Ogni uomo di terraferma che vedesse la via Lattea avrebbe incubi per una settimana", al quale commento Slocum aggiunse: "... e lo sarebbe anche per qualunque uomo di mare: quella zona è stata la più grande avventura nautica della mia vita".

Onde gigantesche, vento ed enormi spruzzi di schiuma(1), maestose rappresentazioni che la natura mette in scena solo per pochi eletti, coraggiosi ed esperti, che hanno la fortuna di vivere in prima persona lo scatenarsi degli elementi.

Oggi si possono osservare gli oceani tempestosi senza correre alcun rischio. Dall'alto dello spazio, il satellite Topex/Poseidon, lanciato nel 1992, ne fornisce una visione mozzafiato.
 


 

Questo satellite è stato progettato per inviare fasci radar sulla superficie del mare. I fasci riflessi che tornano al satellite differiscono da quelli inviati in base alla direzione ed all'altezza del moto ondoso. I dati rilevati sono poi trasmessi sulla terra ed elaborati in mappe dai colori vivaci che mostrano l'altezza delle onde in una specifica zona d'osservazione, le differenze di temperatura legate al movimento delle correnti oceaniche e la velocità di spostamento delle onde dalla quale si può anche ricavare la forza dei venti che le sospingono.


(1) La schiuma marina è un sottoprodotto del processo con cui il vento crea le onde.
     Si tratta di un'interazione complessa che dipende dalla velocità e dalla durata del vento.
     La velocità critica del vento che consente la formazione di schiuma è di 13 nodi ma in alcuni casi
     sono sufficienti solo 6-7 nodi (1 nodo = 1.852 km/h).
     Il vento spinge più velocemente l'acqua in superficie rispetto al resto dell'onda formando una cresta
     che, cadendo in avanti, si mescola con l'aria soprastante fino a produrre la caratteristica spuma
     bianca.

 


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