Pillole di Vix

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E SE VOLESSI UN CLONE ?

Il termine etica può avere un significato generico ed altri più ristretti e specifici.

Nel primo caso, essa coincide con la filosofia della pratica, ossia l’operare umano nella volontà, a prescindere dai valori che lo qualificano.

Volendo attribuire un senso più ristretto al termine, etica è sinonimo di morale e ciò è appalesato dai rispettivi etimi (il primo dal greco “έτος” ed il secondo dal latino “mos”): entrambi vogliono appunto dire costume (qui inteso come condotta morale).


Occorre tuttavia precisare che non si tratta di scienza del costume in senso descrittivo ma piuttosto dello studio della volontà e dell’agire e quindi del comportamento umano.


La bioetica, della quale oggigiorno si fa un gran parlare, è la disciplina delle scienze umane che studia il comportamento dell’individuo e della società in rapporto all’applicazione di nuove tecnologie e conoscenze in campo biologico, medico e genetico.

Dietro a questo termine troviamo quello di etica medica, i cui principi sono stati sottoposti, dopo oltre duemila anni, ad un severo riesame critico, facendone così una branca della filosofia morale. Il Giuramento di Ippocrate, risalente al 400 a.c., rivisitato e trascritto in versione moderna dalla World Medical Association nel 1948 a Ginevra, è considerato la carta fondamentale dell’etica medica. Per quanto attiene alla ricerca in campo medico ci si riporta alla dichiarazione di Helsinki, sempre formulata dalla World Medical Association, nel 1966.

I comportamenti legati alla bioetica, fondati anche su principi morali generali, possono assumere significati di estrema importanza poiché non riguardano solo la salute o la qualità della vita ma spesso anche la vita stessa.

I principi morali generali derivano sostanzialmente dall’eredità di culture e tradizioni, per cui i loro fondamenti si modificano inevitabilmente con il passare del tempo.

La corretta valutazione delle problematiche connesse alla bioetica può avvenire solo basandosi sul progresso scientifico e tramite il costruttivo e paritetico confronto di culture e tradizioni delle diverse origini, sempre nel pieno rispetto della convivenza sociale e dei basilari principi pertinenti la salute pubblica.

Le discussioni in ambito bioetico sono quasi sempre attraversate da profondi contrasti, soprattutto per l’alto valore che viene attribuito dall’uomo alla vita, ed anche per il fatto che alcune acquisizioni scientifiche hanno fornito all’uomo il potere di intervenire sull’intero pianeta e sulla stessa specie umana.

È quindi fondamentale favorire il dialogo fra le differenti posizioni, anche se discordanti, in modo che vi sia grande libertà di scelta e di comportamento per gli individui, all’insegna di un autentico spirito di tolleranza.

Occorre non dimenticare mai che a convivere con le questioni legate alla bioetica sono gli individui coinvolti e non i variopinti comitati etici, troppo spesso contaminati da interessi di altra natura.

Prescindere dal pieno coinvolgimento di chi dovrà convivere con una nuova situazione di vita è quantomeno scorretto e meschino: l’obiettivo del progresso scientifico è migliorare la qualità della vita e non certo la costruzione di piedistalli sui quali celebrare la gloria dei suoi attori o la vanagloria di chi ne disconosce la vera essenza.



Nessuna moralità può fondarsi sull'autorità, anche se l'autorità fosse divina.
(Alfred J. Ayer, filosofo inglese neopositivista, 1910-1989)


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